Protocollo AIP: fase di reintroduzione

Novembre 21, 2019

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L’ ultima volta che avevamo parlato di alimentazione lo avevamo fatto introducendo dapprima il protocollo AIP, per poi parlare della relativa fase di eliminazione. Ma, dopo aver eliminato tutti questi alimenti come e quando reintrodurli? Vediamolo insieme attraverso il seguente articolo sul protocollo AIP e la fase di reintroduzione.

Fase di reintroduzione nel protocollo AIP

Questa frase rappresenta una delle fase più importanti per chiunque approcci l’idrosadenite o altre malattie autoimmuni tramite un cambiamento dello stile alimentare.

Il protocollo AIP non è infatti una dieta che dobbiamo seguire per 30 giorni e conseguita la remissione abbandonare.

Si tratta di eliminare definitivamente, se non con rarissime eccezioni, alcuni alimenti dalla nostra cucina.

Questa fase è una fase altamente empirica e delicata. Come avviene in ambito medico scientifico, infatti, ogni persona, in base a condizioni prevalentemente genetiche, potrebbe reagire in maniera diversa somministrandole un dato farmaco.

Allo stesso modo alcuni di noi potrebbero mal tollerare alcuni alimenti, altri invece tollerarli discretamente o non avere alcuna ripercussione.

I sintomi di cui tener traccia nella frase di reintroduzione del protocollo AIP

Schema di sintesi dei sintomi esperibili nella fase di reintroduzione del protocollo AIP
Schema sintesi sintomi per aree del corpo

Di seguito elencherò alcuni sintomi che potrebbero indicare una scarsa tolleranza nei confronti di alcuni alimenti che procederemo a reintrodurre in questa fase:

  • Articolazioni o muscoli doloranti, dolore o rigidità articolari, vecchie lesioni che improvvisamente “riappaiono”
  • Prurito della pelle, tra cui pelle secca, eruzioni cutanee, orticaria, eczema o forfora.
  • Brufoli, peli incarniti, protuberanze o macchie. Discorso valido soprattutto per noi malati di Idrosadenite Suppurativa
  • Mal di testa, emicrania o vertigini
  • Congestione, naso che cola o sintomi di allergia
  • Depressione, ansia, sbalzi d’umore o aumento dello stress
  • Tutto ciò che sembra “spegnervi”: affaticamento, insonnia o risvegli in cui vi sentite poco energici
  • Problemi digestivi tra cui disturbi di stomaco, gas, reflusso acido, gonfiore, costipazione, diarrea o cambiamenti nella abitudini intestinali

Quante quantità devo assumere per testare la mia tollerabilità?

Esistono diverse metodologie e approcci che potremo perseguire per giungere ad una corretta reintroduzione dei cibi inizialmente eliminati.

Personalmente seguo un approccio prudenziale più simile al primo ma essendo ancora agli inizi non saprei io stesso quale indicarvi come più corretto.

1° approccio per la reintroduzione nel protocollo AIP

Il primo approccio consiste nel mangiare quell’ alimento più volte durante il giorno e poi evitarlo nei giorni a seguire, vediamo come:

  • Selezioniamo il cibo da testare e prepariamoci a mangiarlo 2-3 volte nel corso della stessa giornata
  • La prima volta assaggiamone una piccolissima quantità, il pari di mezzo cucchiaino da thé e attendiamo 15 minuti
  • Se abbiamo qualunque dei sintomi sovraindicati, fermiamo il nostro esperimento. Se non abbiamo nessun sintomo degno di nota proseguiamo mangiandone una piccola quantità, un cucchiaino da thé circa o un piccolo morso . Attendiamo 15 minuti.
  • Se abbiamo qualunque dei sintomi sovraindicati, fermiamo il nostro esperimento. In caso contrario mangiamo un cucchiaino e mezzo di cibo (un morso leggermente più grande).
  • Per ora è tutto. Aspettiamo dalle due alle tre ore e controlliamo i sintomi.
  • Se non abbiamo ancora riscontrato alcun sintomo, mangiamo una porzione di cibo di dimensioni normali, da sola o come parte di un pasto.
  • Non mangiamo di nuovo quel cibo per 5-7 giorni e non reintroduciamo altri alimenti durante quel periodo.
  • Monitoriamo i sintomi. Se non si hanno sintomi durante il giorno dell’ assunzione o in qualsiasi momento nei prossimi 5-7 giorni, è possibile reinserire questo alimento nella propria dieta.

2° approccio per la reintroduzione nel protocollo AIP

  • Primo giorno: mangia una piccola quantità dell’alimento.
  • Secondo giorno: mangia una piccola quantità dello stesso.
  • Terzo giorno: mangia una quantità moderata.
  • Quarto giorno: rendilo centrale rispetto al tuo pasto.
  • Quinto giorno: prenditi il ​​giorno libero, senza potenziali fattori scatenanti.
  • Sesto giorno: prenditi il ​​giorno libero, senza potenziali fattori scatenanti.
  • Settimo giorno: se non ci sono sintomi, supponiamo che il cibo sia nuovamente implementabile, viceversa no.

Come monitorare la fase di reintroduzione

Per tenere traccia degli alimenti introdotti e delle relative conseguenze potete utilizzare una tabella come quella qua riportata, specie laddove deciderete di seguire la 2° metodologia descritta.

Potete personalizzarla secondo le vostre preferenze, l’importante è che sappiate esattamente quali cibi avete assunto giorno per giorno.

Non sottovalutate l’importanza di un report del genere, in quanto tramite lo stesso capirete la vostra futura dieta.

P.s. Nella riga “giorno seguente”: appuntate sintomi degni di nota

Schema reintroduzione protocollo AIP

Quali alimenti reintrodurre per primi?

Schema fasi di reintroduzione protocollo AIP

Chiaramente gli alimenti dovranno essere reintrodotti uno alla volta.

Il mio consiglio è inoltre quello di attendere un lasso di tempo pari almeno a due settimane/ un mese prima di passare all’alimento successivo. Tale consiglio è valido sopratutto se l’alimento reintrodotto vi ha causato problemi, questo consentirà al vostro corpo di recuperare.

Di seguito elencherò gli alimenti da reintrodurre. Questi saranno elencati sulla base della probabilità di recare problemi.

Fase 1: alimenti a bassa probabilità

  • Tuorli d’uovo
  • spezie a base di frutta, bacche e semi
  • Oli di semi e noci di burro chiarificato (ghee)
  • Caffè, occasionalmente
  • Cacao o cioccolato
  • Burro grass-fed
  • Piselli e legumi con baccelli commestibili (fagiolini, piselli dolci ecc.)
  • Germogli di legumi

Fase 2: alimenti a bassa-media probabilità

  • Semi vari
  • Noccioline
  • Semi di chia
  • Caffè su base giornaliera
  • Albumi d’uovo

Fase 3: alimenti ad meda-alta probabilità

  • Melanzane
  • Peperoni dolci
  • Paprica
  • Patate ben sbucciate
  • Latticini grass-fed
  • Lenticchie e ceci

Fase 4: alimenti ad alta probabilità

  • Peperoncino
  • Spezie derivanti da solanacee
  • Pomodori
  • Patate non pelate
  • Alcool in grandi quantità
  • Cereali e pseudocereali senza glutine
  • Legumi preparati o fermentati tradizionalmente
  • Riso bianco

Devo seguire necessariamente un ordine?

L’ordine sovrariportato è puramente indicativo, rappresenta infatti la probabilità che alcuni alimenti siano dannosi per il nostro organismo.

Non è necessario seguire questo ordine, possiamo sperimentare liberamente secondo le nostre preferenze.

Inoltre, se intolleranti o suscettibili verso un alimento della fase 1, ciò NON significa che non possiate reintrodurre senza problemi alimenti della fase 2,3 o addirittura 4.

Pertanto sperimentate, sperimentate, sperimentate, la vostra salute dipende da voi

Fonti

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