Come insulina e zucchero influenzano l’Idrosadenite

Ottobre 31, 2020

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In questo articolo, cercheremo di comprendere come insulina e zucchero influenzano l’Idrosadenite.

Infatti, oltre agli ormoni sessuali di cui ho trattato nello scorso articolo relativo al ciclo mestruale, l’Acne Inversa è influenzata anche da altri ormoni.

L’insulina, in particolare, è capace di recare enormi squilibri nel nostro organismo.

Per risolvere lo stesso è necessario conoscere i meccanismi sottesi al rilascio dell’insulina, scopriamoli insieme.

Zucchero ed insulina

Per comprendere come insulina e zucchero influenzano l’Idrosadenite dobbiamo partire dal comprendere come lo zucchero agisce su di noi o meglio dentro di noi.

“Lo zucchero, è dannoso. Limitane il consumo”

Questa è una frase molto comune. Tuttavia, nonostante i proclami, poche persone sono davvero a conoscenza dei danni che reca lo zucchero.

Carboidrati semplici e carboidrati complessi

Iniziamo anzitutto dicendo che è possibile ricavarlo da due fonti nutritive:

  • carboidrati semplici: frutta, zucchero da tavola, miele, latte e per estensione in tutti i prodotti industriali che lo utilizzano come ingrediente quali yogurt, dolci, merendine, biscotti, cereali da colazione, marmellate, succhi di frutta e bevande. Attenzione però, è anche usato come addensante, conservante e insaporitore; insomma è praticamente ovunque. Anche le verdure ne contengono solo una minima quantità ma le fibre qua contenute ne modulano la digestione.
  • carboidrati complessi: cereali integrali, tuberi e legumi.

Il cibo introdotto viene utilizzato dal nostro corpo come fonte energetica e gli zuccheri hanno una funzione fondamentale sia per i nostri muscoli che per il nostro cervello. Gli stessi possono essere ricavati da entrambi le fonti prima citate, semplicemente per i carboidrati complessi il processo è un po’ più lungo.

Dico questo perché spesso le fonti di zucchero maggiormente prese in considerazione son quelle derivanti da carboidrati semplici; son abbastanza certo che la maggior parte delle persone ricavi zuccheri da questa fonte, la quale è anche la più dannosa.

Quando viene rilasciata l’insulina

Ogni volta, infatti, che ingeriamo zucchero, il corpo reagisce alzando i livelli di glicemia che a loro volta inducono un drastico aumento della produzione di insulina.

Se reiterato nel tempo in maniera continuativa, questo fenomeno non viene tollerato bene.

Il meccanismo tende a incepparsi, portando a un maggior rischio di sviluppare Insulino-resistenza, ovvero una minor efficacia dell’insulina.

Nei casi più gravi si può addirittura arrivare a soffrire di Diabete.

Lo zucchero può anche peggiorare la pelle a causa di un fenomeno noto come glicazione. Questo rende più facile la creazione di un suo legame con le proteine corporee, determinando l’alterazione strutturale e la perdita di funzionalità di queste ultime.

Legandosi a collagene ed elastina provoca infatti un invecchiamento accelerato.

Come se non bastasse lo zucchero causa assuefazione.

Ci vogliono 21 giorni circa per liberarsi dalla sua dipendenza.

Laddove provassi a rimuoverlo dalla tua dieta, noteresti probabilmente sbalzi d’umore o altre “reazioni” di vario genere.

Questa è la prova che il tuo corpo sta reagendo a tale privazione.

Fruttosio, è pericoloso?

Non fanno eccezzione i prodotti contenenti fruttosio, cioè lo zucchero ricavato dalla frutta, spesso contenuto in prodotti industriali.

Nonostante sia di origine naturale, non significa che sia sicuro, è pur sempre zucchero. Semplicemente, all’interno della frutta son contenute anche delle fibre che, come anticipato, ne modulano la digestione.

L’uomo, tuttavia, separandoli ha fatto sì che il fruttosio diventasse estremamente pericoloso, specie dopo averlo introdotto in cibi di preparazione industriale e persino in vitamine e integratori.

Vi è persino una patologia chiamata “Malassorbimento di Fruttosio”: quando le cellule dell’intestino tenue non sono in grado di assorbire completamente il fruttosio, compaiono mal di pancia, gonfiore addominale o diarrea.

Il fruttosio è stato poi correlato ad altre malattie come l’Insulino-resistenza, specie se associato a carenze di magnesio, e  l’Ipertensione

I danni dello zucchero

Insomma, lo zucchero è un alimento dannoso e in quanto tale andrebbe limitato, non importa la sua derivazione. Questo, infatti, è in grado di incidere fortemente sul nostro stato infiammatorio.

Come riporta Sarah Ballantyne nel proprio libro “The Paleo Approach: Reverse Autoimmune Disease and Heal Your Body”, il livello di radicali liberi sprigionati durante l’assunzione di zuccheri è molto elevato.

Essendo gli stessi associati ad un alto livello di citochine proinfiammatorie, un’eccessiva assunzione di zuccheri inciderà sulla nostra HS, anche, tra l’altro, proporzionalmente al nostro livello di sensibilità insulinica.

Pertanto, se dopo aver mangiato quella buonissima Nutella ti infiammi, ora sai anche il perché.

Per meglio comprendere come insulina e zucchero influenzano l’Idrosadenite dobbiamo ora parlare di insulino-resistenza

L’Insulino-resistenza, una minaccia per la nostra salute

“Si parla di Insulino-resistenza, o sindrome metabolica, quando le cellule dell’organismo diminuiscono la propria sensibilità all’azione dell’insulina; ne consegue che il rilascio dell’ormone, in dosi note, produce un effetto biologico inferiore rispetto a quanto previsto”

Questa è una definizione “scientifica”, ma vediamo di comprendere meglio cosa si intende.

Ogni qualvolta ingeriamo zuccheri il nostro pancreas, responsabile della produzione di insulina, rilascia la stessa nel nostro sangue per permetterci di smaltire il glucosio.

Ovviamente, il nostro organismo è predisposto a smaltire adeguatamente solo quantità “minime” di glucosio, favorendo il trasporto degli zuccheri verso cervello e muscoli che lo immagazzineranno o utilizzeranno come fonte energetica.

Quando però ingeriamo troppo zucchero, il meccanismo si inceppa: le nostre cellule diventano meno sensibili all’insulina, il nostro pancreas rileva che abbiamo ancora troppo glucosio nel sangue e continua a rilasciare insulina e, al prolungarsi di questo ciclo, il gioco è fatto: siamo Insulino-resistenti.

Cosa comporta essere Insulino-resistenti

Raggiunto questo stadio il tuo medico potrebbe dirti che soffri di sindrome metabolica e sei a rischio di sviluppare Diabete di tipo 2 e non solo.

Il manuale “Metabolic Syndrome and Related Disorders” sostiene che la sindrome metabolica sia anche precorritrice di malattie cardiovascolari, ictus, Cancro, sindrome dell’ovaio policistico, Gotta e Asma.

Ad essa possono poi correlarsi altri disturbi come intolleranza al glucosio, dislipidemia con trigliceridi elevati, Colesterolo HDL basso, Ipertensione e altri disturbi tra cui stati infiammatori localizzati.

Non è raro che pazienti che soffrono di Idrosadenite soffrano anche di uno o più dei disturbi menzionati.

Vediamo quindi come ci sia una netta connessione tra insulina e altre patologie.

Quando alcuni pazienti sono convinti di soffrire di HS poiché “obesi”, in realtà potrebbero non essere focalizzati sul vero problema ma su una delle sue potenziali manifestazioni.

Infatti, la causa originaria potrebbe risiedere proprio nella sindrome metabolica la quale causa tra l’altro un accumulo del grasso nella zona addominale e altri sintomi tipici dell’Obesità.

Insulina e androgeni

Devi sapere inoltre che, secondo alcuni studi, alti livelli di insulina sono correlati ad alti livelli di androgeni nelle donne che soffrono di PCOS.

Questi ormoni, come saprai, regolano anche la crescita dei peli e favoriscono l’Acne, non proprio una bella notizia per le pazienti che soffrono di HS.

Insomma, l’insulina gioca un ruolo fondamentale sulla nostra salute e, nei casi sopracitati, il rimedio migliore è il ripristino della sensibilità insulinica tramite un approccio mirato e scientifico.

Indice glicemico, carico glicemico e indice insulinico

Per regolare la quantità di insulina che viene rilasciata nel tuo organismo devi porre attenzione in particolar modo ai cibi che decidi di assumere. Devi infatti sapere che ad ogni alimento sono associati tre indicatori:

  1. Indice glicemico (IG): indica l’incremento glicemico indotto dall’ingestione di una porzione di quell’alimento rispetto a quello preso come riferimento (glucosio o pane bianco), a parità di contenuto di carboidrati. L’indice glicemico è espresso in termini percentuali: un alimento con un indice glicemico del 50% determina un innalzamento della glicemia pari alla metà di quello indotto dal glucosio oppure dal pane bianco.
  2. Carico glicemico (CG): l’IG tiene conto solo della qualità dei carboidrati mentre la risposta glicemica ad un alimento è influenzata anche dalla quantità di carboidrati pertanto è stato introdotto il carico glicemico. Il CG si calcola moltiplicando il valore dell’indice glicemico per la quantità di carboidrati contenuti nell’alimento diviso 100.
  3. Indice insulinico (II): misura la produzione di insulina nell’organismo in risposta all’ingestione di un qualsiasi alimento.

Questi tre fattori sono fortemente correlati tra loro, senza entrare nei dettagli di ognuno, ti basti sapere che online puoi trovare informazioni relative a questi parametri per ogni alimento che ti circonda. Tendenzialmente, tanto più alti saranno IG e CG, specie il secondo, tanto maggiore sarà l’II cioè il rilascio di insulina connesso.

Studiandoli, potrai appunto capire quali cibi consumare senza favorire picchi di insulina troppo elevati.

Si conclude qui questa panoramica di alto livello su come insulina e zucchero influenzano l’Idrosadenite

Nel prossimo articolo spiegherò la correlazione con gli ormoni dello stress e come l’insulina stessa sia in grado di agire, in determinate condizioni, squilibrando l’intero assetto ormonale di una persona.

Fonti:

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