Come promesso nell‘ultimo articolo, parleremo oggi di un particolare protocollo alimentare, il protocollo Autoimmune Paleo, meglio noto come protocollo AIP. Questo rappresenta il regime alimentare ideale per cercare di curare l’idrosadenite suppurativa o, per meglio dire, favorirne la remissione.
Dieta Paleo
Tale protocollo prende spunto dalla dieta Paleo, una dieta che si prefissa come obiettivo quello di emulare lo stile alimentare dei nostri antenati, più precisamente dell’era paleolitica.
Difatti, a quell’epoca, numerosi cibi che assumiamo quotidianamente non esistevano e tutto ciò che veniva ingerito era estremamente naturale. Potremmo quasi definirlo “cibo vero” per differenziarlo dal cibo frutto di colture successive o, peggio ancora, di lavorazioni industriali.
Tale regime alimentare, ampiamente già conosciuto altrove (America e Inghilterra in primis) è arrivato In italia con un leggero ritardo. Utilizzata sia a fini sportivi (è un’ottima dieta per chiunque voglia affrontare periodi di “cut” ovvero di definizione muscolare e, in tal senso, posso confermare praticando costantemente pesistica) sia a fini teraupetici, vede riconosciuta la propria efficacia tanto da test scientifici quanto empirici.
Il protocollo AIP
Il protocollo AIP si configura in sostanza come una dieta Paleo più restrittiva. Una dieta terapeutica di eliminazione e reintroduzione nata per le malattie autoimmuni favorendo inoltre i fini per i quali la dieta Paleo classica viene sostenuta .Tra questi:
- colmare carenze nutrizionali
- riequilibrare il microbioma
- ridurre l’infiammazione intestinale
- curare la leaky gut
- favorire l’equilibrio ormonale
- aumentare le difese antiossidanti
- ritrovare energia
- ridurre l’infiammazione sistemica (con relative conseguenze cardiovascolari).
In tale protocollo, ogni pasto prevede il consumo di vegetali ed ortaggi per circa 2/3 del piatto e di alimenti fonti di proteine per circa 1/3.
L’apporto di grassi e carboidrati è variabile, in entrambi i casi le fonti sono sempre di elevata densità nutrizionale (carboidrati di vegetali, tuberi e piccoli frutti – grassi saturi, monoinsaturi e omega 3 di carne e frattaglie grass fed (cioè allevato al pascolo), pesce pescato, olio evo, cocco, avocado).
Ma cosa è possibile mangiare e cosa è meglio evitare? Ne parlerò nei prossimi giorni spiegandovi come e in cosa il regime che sto seguendo differisce dal protocollo AIP comunemente inteso.
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